Gli impianti di aspirazione industriale, per il ruolo che esercitano all’interno dei processi produttivi, sono parte integrante dei Dispositivi di Protezione Collettiva, conosciuti dagli addetti ai lavori anche con l’acronimo DPC.
Al suo art. 15 il D.Lgs. 81/08 cita, fra le misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro, la priorità delle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale. Questo fa degli impianti di aspirazione industriale uno dei baluardi nel mantenimento dei posti di lavoro conformi alla legislazione e nella protezione della salute e sicurezza dei lavoratori.
In questo articolo vogliamo analizzare gli aspetti che riguardano gli impianti di aspirazione polveri. Le polveri, sia per le loro dimensioni che per la loro composizione, rappresentano una delle maggiori sfide nel campo della Medicina del Lavoro. Basti pensare all’impatto negativo che hanno sulla salute PM 10 e PM 2.5 o a quanto sia pericolosa per la sicurezza la formazione di atmosfere composte da polveri potenzialmente esplosive.
Gli impianti di aspirazione moderni sono frutto dell’adattamento, nelle realtà operative, al mutare delle conoscenze in campo medico. Proprio per adattarsi alle nuove situazioni e grazie al progredire della tecnologia, oggi, sono disponibili impianti di aspirazione centralizzata in grado di fronteggiare ogni tipo di situazione. La formazione di polveri derivanti dalla movimentazione di cereali, rottami ferrosi, o da lavorazioni come la carteggiatura di metalli, vetroresine o legno, rappresentano solo una parte delle situazioni che possono essere gestite da un buon impianto di aspirazione. Grazie agli elevati volumi di aspirazione garantiti e ai sistemi automatici di pulizia dei filtri, per esempio. Così come l’implementazione di macchine costruite secondo i dettami della normativa ATEX permette di gestire lavorazioni a rischio di esplosione.
8 Ottobre 2020